SU CARTA
ANNI ‘50/’90

19 settembre – 26 ottobre 2019

Inaugurazione giovedì 19 settembre, ore 18.30

nicolaj diulgheroff e arrigo lora totino

La Galleria Roccatre presenta nelle proprie sale espositive, a partire da giovedì 19 settembre, una significativa e ricca selezione di opere su carta realizzate tra gli anni ‘50 e gli anni ’90.

Curata da Roberto Mastroianni, la mostra propone un confronto e un dialogo tra diversi autori di punta del panorama artistico non soltanto prettamente piemontese, attraverso lavori su carta, non opere minori, bensì visioni lievi e raffinate, cariche di vibrante intensità.

Rodolfo Arico’, Vasco Bendini, Sandro De Alexandris, Pinot Gallizio, Marco Gastini, Bice Lazzari, Fausto Melotti, Enrico Paulucci, Fausto Pirandello, Piero Ruggeri, Mario Surbone, Luigi Veronesi sono soltanto alcuni dei nomi presenti in mostra.

Testo Critico di Roberto Mastroianni

L’occhio segue le vie che nell’opera gli sono state disposte. P. Klee

“L’opera d’arte è sempre “dispositivo segnico” pensato per orientare lo sguardo e l’esperienza estetica su vie e prospettive predisposte dall’artista, attraverso la messa in scena di forme, colori e materia che sollecitano visione, emozione ed esperienza nel possibile fruitore. Questo è ancora più vero nel caso delle “opere su carta”, spesso pensate per rispondere a esigenze di ricerca, progettazione, pianificazione o a istanze interiori non subito ascrivibili alle richieste del mercato o alla riproduzione seriale di una cifra stilistica e poetica, assunta e sedimentata nella pratica del singolo artista. La bidimensionalità del mezzo costringe l’artista a mettere alla prova i propri esperimenti linguistici e la propria ricerca con la velocità e l’essenzialità del gesto e l’effimero materiale, ricercando una sintesi con le istanze poetiche e stilistiche che muovono la sua produzione e il suo rapporto con il mondo, il tempo e lo spazio. Inoltre la carta si presenta sempre come un materiale leggero e poetico, cui la storia culturale e sociale degli uomini affida da qualche migliaio di anni il compito di registrazione della quotidianità e strumento privilegiato dell’esercizio del pensiero. La sua dimensione di fragilità consegna il materiale alla precarietà degli interventi della nostra vita minuta o alle riflessioni esistenziali più intime e impellenti, in cui entrano in gioco sempre desideri, speranze, progetti e emozioni. La dimensione intima e interiore del materiale facilita in questo modo pratiche espressive più concentrate sulla ricerca formale, poetica ed esistenziale e tutto ciò diventa evidente nella fruizione storicizzata di opere che spesso non erano pensate come definitive, concluse e conchiuse, ma come semplice elemento di lavoro e sperimentazione. Di tutto ciò sono ben consapevoli i collezionisti, soprattutto quelli mossi da un desiderio profondo di connessione intellettuale ed emotiva con l’universo interiore e le ragioni socio-­‐storiche che determinano il lavoro dell’artista, i quali trovano così la possibilità di arricchire le proprie collezioni di pezzi di grande forza e potenza espressiva, in grado di farli accedere a una dimensione estetica profonda e densa. Spesso i grandi artisti hanno scelto la carta per realizzare opere fondamentali per il loro percorso esistenziale, capaci di diventare vere e proprie icone di una storia artistica e intellettuale, basti pensare ai grandi capolavori su carta di Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti o Antonio Canova, pensate inizialmente come schizzi o progetti e in grado con il tempo di assumere un’autonomia e una forza iconica tale da consegnarle alla storia dell’arte. Inoltre nel Novecento questo precario ed effimero materiale è diventato strumento privilegiato di molte pratiche e ricerche, ampliando le possibilità espressive degli artisti che hanno potuto trovare nella carta l’elemento di elezione della propria peculiare sperimentazione e cifra poetica.

Per questi e molti altri motivi, che meriterebbero una trattazione critica molto più lunga, la bella, coraggiosa e delicata mostra “Su carta -­‐ Anni ’50-­‐ ‘90”, ospitata dalla Galleria “Rocca Tre”, si presenta come un’iniziativa culturalmente importante e avvincente, capace di mettere assieme esigente intellettuali e artistiche con la sfida del mercato, proponendo una selezione di opere di Rodolfo Aricò, Vasco Bendini, Uberto Bonetti, Eugène Carrière, Lynn Chadwick, Tony Cragg, Dadamaino, Sandro De Alexandris, Beppe Devalle, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Daniele Galliano, Pinot Gallizio, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Maurice Henry, Marcel Jean, Bice Lazzari, Jacques Lipchitz, Arrigo Lora Torino, Alberto Magnelli, Georges Mathieu, Fausto Melotti, Francesco Menzio, Ugo Mulas, Gastone Novelli, Luigi Ontani, Dennis Oppenheim, Ivo Pannaggi, Adriano Parisot, Enrico Paulucci, Achille Perilli, Fausto Pirandello, Piero Rambaudi, Piero Ruggeri, Salvo, Emilio Scanavino, Gerard Schneider, Bernard Shultze, Mario Sironi, Atanasio Soldati, Giuseppe Spagnulo, Mario Surbone, Victor Vasarely, Luigi Veronesi, Lorenzo Viani.

Tutti questi artisti hanno nella seconda metà del Novecento accettato la sfida del materiale o hanno sentito il bisogno di confrontarsi con esso, sia come mezzo espressivo privilegiato, sia come parte integrante di una ricerca artistica più complessa, consegnando alla carta elementi maturati nel silenzio della creazione o nella frenesia dello schizzo, sempre però mettendo al centro esigenze interiori dettate dall’urgenza di trovare una risposta a problemi di natura estetica. Possiamo quindi assistere all’esposizione di una selezione di lavori che mettono in scena una dialettica tutta novecentesca tra astrazione, figurazione, concettualismo, minimalismo, sperimentazione sul linguaggio e sui materiali, progettazione, movimento e conservazione, che restituisce il valore dell’articolarsi retrospettivo di decenni fecondi, che hanno segnato la storia dell’arte in relazione ai grandi mutamenti del contesto sociale in cui gli artisti hanno operato e vissuto. Alternando geometrie e linguaggi astratti, tratti minimali, figurazioni appena accennate, segni iconici, e interventi concettuali, la mostra fornisce una mappatura importante dell’arte secondo novecentesca e un panorama sulle scelte, le possibilità e tensioni in gioco in una porzione dell’avventura estetica in cui siamo ancora immersi, lasciando al collezionista e al fruitore la possibilità di scegliere con quale linguaggio o esperienza artistica confrontarsi, fornendo ad esso delle porte con cui entrare nell’universo poetico e stilistico di alcuni tra i più grandi protagonisti dell’arte novecentesca.”

Roberto Mastroianni (robertomastroianni.net) è filosofo, curatore e critico d’arte, Dottore di Ricerca in Filosofia e Scienze della Comunicazione e Ricercatore Indipendente presso il C.I.R.Ce- Centro Interdipartimentale di Ricerche sulla Comunicazione e membro del Comitato di Direzione della UNESCO Chair in Sustainable Development and Territory Management dell’Università degli Studi di Torino.

Le sue ricerche si concentrano principalmente sull’Estetica filosofica, la Teoria generale della Politica, l’Antropologia, la Semiotica, Urban Studies, Communication and Cultural Studies, Urban Innovation and Cultural Heritage, l’arte contemporanea e irregolare e la critica filosofica.

È autore e co-autore di diversi libri, articoli e saggi di teoria della politica, filosofia e critica d’arte e ha curato diverse esposizioni in spazi pubblici e privati e musei e tenuto lezioni, seminari e conferenze in differenti Università italiane e straniere. Inoltre ha svolto attività di consulenza nell’analisi strategica e culturale per diverse agenzie internazionali, organizzazioni pubbliche e private e istituzioni politiche. È presidente del “Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà” di Torino.

 Comunicato stampa
 Testo critico di Roberto Mastroianni

Alcuni dei quadri che sono esposti in mostra

bice lazzari
enrico paulucci
fausto pirandello
rodolfo arico