Enrico Paulucci

enrico paulucci
enrico paulucci

Enrico Paulucci è nato a Genova il 13 ottobre 1901.
Trasferitosi a Torino ancora ragazzo, qui compì gli studi classici: ma già durante il liceo si era rivelata la sua inclinazione per la pittura e mentre seguiva i corsi universitari cominciò a esporre nelle mostre torinesi, partecipando anche per breve tempo al gruppo futurista.

Datano dal 1927-28 i suoi primi incontri con quelli che erano i pittori più vivi e spregiudicati di Torino, soprattutto con Casorati, Menzio, Chessa, Levi, Bozzetti, Spazzapan, ecc. Furono, queste amicizie, particolarmente stimolanti e positive per la sua formazione.

Nel 1928 si reca a Parigi dove soggiorna a lungo, conoscendo così la pittura francese dall’impressionismo in poi, specialmente interessato alle opere recenti di Picasso, Matisse, Dufy, Braque, artisti di cui poco si conosceva in Italia.
Nel 1929, di ritorno a Torino, si unì con gli amici Chessa, Galante, Levi, Menzio e Boswell costituendo il gruppo dei “Sei pittori”. Questo movimento ebbe vita breve ma intensa e non inutile: avendo in Lionello Venturi e in Edoardo Persico due impareggiabili sostenitori e consiglieri, si battè per un’arte italiana libera, aperta ai vitali fermenti europei.

Dopo le fortunate mostre del 1923-30 a Torino, Genova e Milano, il gruppo praticamente si sciolse. Paulucci, Menzio e Levi tennero ancora insieme nel 1931-32 mostre a Parigi, Londra e Roma.
Dopo queste affermazioni l’attività di Paulucci fu assai varia e intensa e lo portò a lunghi soggiorni a Roma, Firenze, Parigi, Londra, a stringere stimolanti amicizie con pittori, scrittori e artisti in Italia e fuori.

Intanto le grandi rassegne italiane, dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale di Roma, gli dedicavano mostre e sale personali; e innumerevoli sono le esposizioni all’estero, collettive e personali, a cui partecipò ottenendo premi e riconoscimenti. A Torino, dove non esistevano allora mercanti aggiornati, né sodalizi e musei attenti alle nuove tendenze, fondò con Felice Casorati lo studio Casorati-Paulucci, dove organizzò parecchie mostre d’avanguardia.

Diresse poi sempre con Casorati, lo studio “La Zecca” dove si tennero mostre che per il clima di allora si consideravano di avanguardia. Così nel 1938 fondò e diresse il Centro delle Arti che presentò a Torino artisti come Manzù e Longanesi, Maccari e Semeghini, Rosai, De Pisis e Sccialoja.
Nel 1939 Paulucci è chiamato alla cattedra di pittura dell’Accademia Albertina.

Il suo insegnamento segnò l’inizio di più attuali orientamenti degli studi. Nel dopoguerra, con l’allargamento degli orizzonti e le nuove esigenze estetiche che andavano maturando, Paulucci arricchì e rinnovò le proprie esperienze; la sala allestita nel 1956 alla Biennale di Venezia segnò un importante momento nel suo sviluppo artistico.
Nel 1955 fu chiamato alla direzione dell’Accademia Albertina. Opere di Paulucci si trovano in molte gallerie e musei italiani ed esteri: Roma, Torino, Genova, Milano, Palermo, Parigi, Londra, Mosca, Buenos Aires, Caracas, San Paolo, Tel Aviv, Haifa, Montreal, ecc. Un’ampia bibliografia, curata da Angelo Dragone, sull’opera di Paulucci è stata pubblicata in appendice alla fondamentale monografia che gli ha dedicato Giulio Carlo Argan, edita dalla Bussola di Torino.