Beppe Devalle

beppe devalle

Belle Devalle è nato a Torino nel 1940. Durante gli anni della guerra la sua famiglia viene sfollata a Cherasco e poi a Lanzo Torinese per poi fare ritorno a Torino nel 1945. Nel 1955 è ammesso alla Accademia Albertina. Negli anni in cui frequenta il liceo artistico, tramite gli scultori Sandro Cherchi e Franco Garelli, entra in contatto con il mondo dell’avanguardia artistica contemporanea.

Nel 1958 visita al PAC di Milano la mostra dedicata alla pittura americana, che segna l'inizio del suo interesse per Gorky e in particolare per l'espressionismo astratto. Nel 1958 è ammesso alla mostra annuale della Promotrice delle Belle Arti di Torino. Si diploma al liceo artistico e per qualche anno lavora nell’azienda paterna di carpenteria metallica. Si iscrive all’Accademia Albertina e frequenta il corso di scenografia dove studia allestimenti per le opere del teatro contemporaneo di Beckett, Ionesco e Albee.
Nel 1961 con il compagno di liceo Gianluigi Mattia è invitato dal Presidente del Circolo degli Artisti G.B. Pininfarina e da Franco Garelli a una doppia personale in cui entrambi espongono opere di grande formato.
Poco dopo Devalle inizia a lavorare con i pastelli a cera, abbandonando le tempere degli inizi. Al periodo delle cere segue quello delle matite colorate. Fra il 1962 e il 1963 esegue la serie dedicata a Alice nel paese delle meraviglie e ad Attraverso lo specchio di Lewis Carrol.

L’incantesimo dei fogli colorati è rotto dall’Almanacco Bompiani del 1963 dedicato alla Pop Art americana, dalle mostre della galleria Il Punto di Remo Pastori e Gianenzo Sperone e soprattutto dall’amicizia con Michelangelo Pistoletto. Le scoperte Pop sollecitano Devalle a un mutamento di indirizzo: attenzione verso l’universo linguistico dell’artificio tecnologico. Realizza i primi fotomontaggi a tema sociale .
Si diploma all’ Accademia Albertina e lascia il lavoro paterno. Nel 1963 è invitato a diverse mostre tra le quali: Alternative attuali, L’Aquila; Biennale di Tokyo, Phases, Bruxelles.

Beppe Devalle tiene la sua prima personale milanese presso la Galleria Milano di Lella Russoli nel 1965, dove espone una nuova serie di acrilici e di matite colorate. Nel 1966 inizia a insegnare presso il Liceo Artistico di Torino.
Presentato da Nello Ponente è invitato alla XXXIII Biennale di Venezia, dove espone un suo gruppo di opere. In questo stesso anno inizia a realizzare Paesaggi /stanza dove accanto alle tele compaiono sagome, parallelepipedi, tetraedi e piramidi. Destinati a modificare il senso del quadro mettendelo in rapporto con l’ambiente che lo ospita.
Nel 1968 presenta i lavori/ambiente alla sua prima personale romana presso lo Studio Condotti 75.
Sul finire degli anni Sessanta abbandona i grandi formati e i colori acrilici e inizia a lavorare ai fotomontaggi che realizza con immagini tratte dalle riviste di moda, che sostituiscono quelle di attualità utilizzate fino ad allora. Dopo un inizio empirico , dal 1963 al 1970 Devalle utilizza la geometria in modo più sistematico: in questo periodo lo ossessionano l’esattezza esecutiva e la verità del disegno. 

Nel 1973 il direttore dell’Accademia Albertina, Enrico Paulucci, incarica Devalle del corso di Teoria della percezione. Dal 1975 le immagini di moda dei rotocalchi vengono in gran parte sostituite da sue fotografie (autoscatti e foto di familiari) passate poi in fotocopie, queste ultime gli suggeriscono di usare la grafite e il carbone invece del precedente abbinamento china/rotocalco.
Nel 1976 è incaricato del corso della Teoria della percezione all’accademia di Brera. Nel 1979 si trasferisce a Milano e nel 1980 incaricato del corsi di Pittura all’Accademia di Brera di Milano. Nel 1982 espone alla Biennale di Venezia e alla Hayward Gallery di Londra nella mostra Arte italiana 1960/1982. Alla fine del 1983 Devalle abbandona improvvisamente la fotografia divenuta troppo costrittiva, e ritorna all’uso del modello come soggetto. Ne risultano disegni più veri, che ricordano il tempo che precede le avanguardie storiche. Dal 1985 al 1987 esegue disegni per gli inserti e le pagine culturali del corriere della Sera, realizzando ritratti e nature morte dal vero con matite colorate e pastelli.

Nel 1986 partecipa con una personale alla XV Quadriennale di Roma, nel 1987 espone alla Feltrinelli di Milano e nel 1988 alla Galleria Documenta di Torino e alla Galleria Nuova 2000 di Bologna.
Gli inizi degli anni Novanta, vedono Devalle, arricchito dall’esperienza del disegno dal vero maturata tra 1983 e 1989, ritornare ai fotomontaggi che produrranno nuove idee per grandi dipinti.
Nel 1998 espose presso i Murazzi del Po a Torino nella mostra Monaci, curata da Dario Trento. Nello stesso anno uscì un volume monografico DEVALLE: Fotomontaggi 1963-1983 una raccolta di collages e fotomontaggi dell'artista, curato da Maria Mimita Lamberti e pubblicato da Umberto Allemandi & C..
Nell'estate del 2002, in collaborazione con Giulio Palmieri e Nicoletta Vallorani, Devalle pubblicò il volume US, dedicato ai dipinti realizzati negli Stati Uniti. Nel 2003 ritornò in Italia, dove pubblicò i volumi US e Fame (2004) curati da Giovanni Romano. Furono gli anni nei quali rivide il suo rapporto col mondo del Pop, collettivo quello, individualista in modo doloroso lui.
Nell'Aprile 2006 la GAM di Torino allestì una mostra per tre grandi tele di Devalle appena acquisite dalla Fondazione De Fornaris (Salvatore 1995, Nasdaq, 2000-2001 e Pierrot and Arlequin, 2003). Nell'estate 2007 il Museo Diocesano di Milano mise in mostra Happy Times, l'opera appartenente al ciclo di opere 'FOR' dipinta tre anni prima. Nell'Aprile 2008 la Biblioteca dell'Accademia di belle arti di Brera allestì una mostra antologica in cui vennero presentati una serie di collages creati tra il 1962 e il 2007.
Nel 2012 il Museo del Novecento di Milano allestì la mostra Beppe Devalle: Collages degli anni Sessanta.
Da ottobre 2015 a febbraio 2016 il Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ospita la prima mostra monografica dalla sua scomparsa: Devalle (1940 - 2013).
Muore a Milano nel 2013.