Emilio Scanavino

emilio scanavino

Emilio Scanavino è nato a Genova nel 1922. Nel 1934 frequenta la scuola magistrale di Genova e nel 1938 il Liceo Artistico Nicolò Barabino, dove diventa allievo di Mario Calonghi, figura di grande stimolo culturale e dove avviene la sua prima formazione: paesaggi e soggetti umili sono le opere realizzate fino alla fine degli anni Trenta, che Scanavino presenterà nel 1942 nella mostra personale presso il Salone Romano di Genova.

Nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Milano, ma nel 1943 è chiamato alle armi e pertanto abbandona gli studi. Nel dopoguerra si sposa con Giorgina Graglia, conosciuta durante gli anni del liceo, lavora come disegnatore tecnico presso l’amministrazione comunale di Genova e aderisce al clima di rinnovamento culturale e artistico della sua città. Nelle tele di questo periodo ricorrono moduli linguistici di declinazione espressionista. 

Nel 1947 Scanavino si reca per la prima volta a Parigi dove soggiorna qualche tempo e, accanto ai critici, incontra i poeti e gli artisti, Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. L’esperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo percorso stilistico, in particolare per gli echi del postcubismo che assimila e interpreta in chiave personale fin dal 1948, quando espone alla Galleria l’Isola di Genova. Alle suggestioni della lezione di Picasso, verso la fine del decennio Scanavino avverte anche l’influenza delle contemporanee esperienze astratte. 

Nel 1950 alla XXV Biennale di Venezia espone Soliloquio musicale e suscita l’attenzione della critica. Nello stesso anno riceve ex aequo il Primo Premio alla V Mostra regionale genovese. Si dedica completamente alla pittura, affermandosi da questo momento in avanti nell’ambito dell’arte contemporanea internazionale.
Nel 1951 s’inaugura una mostra personale alla Apollinaire Gallery di Londra. Conosce Philip Martin, Eduardo Paolozzi e Francis Bacon: le opere di quest’ultimo in particolare lasciano in Scanavino un segno profondo.
Ad Albisola, in Liguria, frequenta il laboratorio di ceramica di Tullio d’Albisola, dove incontra e stringe amicizia con Fontana, Dangelo, Baj, Dova, Crippa, Jorn, Appel, Corneille del gruppo Cobra, Matta, Lam. Accanto agli artisti incontra e frequenta Jaguer e Verdet, che Scanavino ha già conosciuto a Parigi dove continua a tornare anche per brevi viaggi fino al 1958. In questo periodo incontra e conosce anche Carlo Cardazzo, destinato a diventare nel giro di poco tempo il suo attento e lungimirante mercante. 


Nel 1952 è titolare della cattedra di disegno e figura presso il Liceo Artistico di Genova.
Nel 1953 gravita intorno al gruppo milanese degli spazialisti, che ha come punto di riferimento la Galleria del Naviglio, e sarà inserito nel volume di Giampiero Giani, Spazialismo pubblicato nel 1956. 
Nel 1954 Scanavino è nuovamente invitato a esporre alla XXVII Biennale di Venezia e partecipa al primo degli Incontri Internazionali della ceramica, organizzati ad Albisola da Jorn.


La poetica dell’informale si delinea nel segno e nella materia. Scanavino entra in contatto con Peppino Palazzoli della Galleria Blu, sensibile alle più contemporanee ricerche della poetica dell’Informale europeo. Nel 1956 Scanavino alterna il soggiorno parigino a brevi viaggi a Londra, dove incontra di nuovo Eduardo Paolozzi, del quale diventa amico, mentre più tardi, nel 1958 quando Scanavino è a Parigi, frequenta Bertini e Dova. É in questi anni, più precisamente nel 1957, che avviene l’incontro anche con un giovane critico, che sarà uno degli studiosi dell’Informale italiano ed europeo, Enrico Crispolti, con cui Scanavino terrà un importante carteggio. Dal carteggio emergono l’attualità della poetica del segno e della materia di Scanavino e il confronto del suo linguaggio pittorico con l’informale di matrice europea, in particolare con la lezione di Wols e con le suggestioni di Bacon e di Paolozzi. Nascono in questo periodo i primi Rituali e gli Alfabeti senza fine, i temi che ricorrono nella pittura di Scanavino. Nel 1958 è invitato alla XXIX Biennale di Venezia, riceve il Premio Prampolini e al X Premio Lissone.


Si trasferisce con la famiglia a Milano e inizia un rapporto esclusivo con Cardazzo. Nel 1960 è invitato alla XXX Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1965 Scanavino espone alla Quadriennale e nel 1966 è di nuovo protagonista alla Biennale di Venezia con una sala personale in cui espone grandi tele.
Nel 1970 riceve il Gran Premio alla Biennale di Mentone.


Nel 1971 si trasferisce per qualche tempo a Roma ed è invitato alla Biennale di San Paolo del Brasile insieme con Alik Cavaliere: i due artisti realizzano l’opera-installazione Omaggio all’America Latina, un grande retablo in omaggio ai martiri per la libertà dei popoli latinoamericani composto da nove pannelli di legno dipinti a olio con innesti di sculture in bronzo, argento e alluminio. L’opera venne censurata per il soggetto “di natura politica e quindi extra artistica”; tornato in Italia il “retablo” diventò simbolo di libertà, richiesto da istituzioni pubbliche, da galleristi e dagli studenti della Facoltà di Architettura dell’Università Statale di Milano per la manifestazione con Giorgio Gaber. Oggi l’opera è esposta al Museo della Permanente di Milano. Lungo gli anni Settanta Scanavino trascorre periodi sempre più lunghi nella sua casa di Calice Ligure. Nel 1976 Scanavino alterna la sua attività artistica tra Parigi e l’Italia.


Tra il 1979 e il 1980 espone alla Galerie Matthias Fels di Parigi e a Palazzo Massari a Ferrara.
Muore a Milano nel1986.